Alkemilla VS Biokap

20 ottobre 2019

ALKEMILLA_Alkolor 4.05 castano cioccolato

• La confezione •

Salta subito all’occhio la quantità di scatole e scatoline del tutto inutili. Infatti troviamo il classico Flacone Latte Attivatore (3), un Tubo Crema Colorante (4, inscatolata), guanti monouso (di quelli praticamente inservibili) e foglio illustrativo (5, inscatolati anch’essi), un campione di Bio Shampoo Ristrutturante Capelli Trattati e Colorati (1) e uno di Bio Balsamo Ristrutturante Capelli Trattati e Colorati (2).

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Direi di risparmiare un tantino sulla carta, che ne pensate? Davvero, non servono a un bel niente. Piuttosto mettete una mantellina o un paio di guanti come Dio comanda, sull’esempio di Montalto!

• Preparazione e applicazione •

La crema colorante si presenta in un inquietante color rosa che, sulle prime, vi lascerà un po’perplessi (ci scommetto che andrete a controllare il colore riportato sulla confezione), poi virerà ad un miele chiaro e perlato. Abbiate fiducia, il colore si rivelerà esatto….ma ne avrete certezza solo in testa e dopo un po’ dall’applicazione, quando teoricamente sarebbe troppo tardi per risciacquare il tutto senza danni. Il preparato, dall’inaspettato quanto gradevole odore mentolato, si rivela più fluido delle altre tinte da me provate (Villa Lodola e Montalto Bio) e questo rende il dosaggio del prodotto e la sua stesura molto più facili, veloci e con un ottimo controllo della quantità distribuita! Mai mi era capitato prima d’ora di arrivare in scioltezza a coprire tutta la testa!! Non una goccia colata, né uno schizzo. Niente di niente. Un lavoro pulito e senza sbattimento, anche per le meno pratiche!

• Prime impressioni •

Il risciacquo non è stato da meno e si é rivelato facile facile! Capelli morbidi, senza odori particolari, docili al pettine. Una volta asciugati salta all’occhio la lucentezza ed un bel colore pieno. La copertura dei bianchi é abbastanza soddisfacente: alcuni sono lievemente più chiari del resto della capigliatura, ma io ci faccio caso semplicemente perché so dove sono e li riconosco a colpo d’occhio (piccoli bastardi). Altra cosa da segnalare: nessuna reazione del cuoio capelluto che pure negli ultimi tempi mi sta dando di nuovo parecchie noie in fatto di prurito e sensibilità.

• Considerazioni •

Ho iniziato a vedere i primi, inequivocabili segni di cedimento nella seconda settimana di novembre: non un ritorno prepotente dei bianchi, come mi accade con altre tinte. Sarei potuta andare avanti in tutta tranquillità anche un’altra settimana, ma avevo una trasfertina e ho deciso di fare una nuova tinta a meno di un mese dalla precedente. Direi tuttavia che, in un caso o nell’altro, non dura un granché, ma la sua facile reperibilità, la possibilità di averla a prezzi scontati (Alkemilla è spesso e volentieri oggetto di qualche promo) e la complessiva piacevolezza e facilità d’uso potrebbero comunque farmela preferire ad altre.

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16 novembre 2019

BIOKAP_Nutricolor 4.06 castano caffè

• La confezione •

Niente fronzoli, la scatola contiene un tubo di crema colorante (3), un flacone Nutrifix rivelatore del colore (2), foglio illustrativo con annessi guanti inservibili (1), una invece utilissima mantellina monouso (4), un campione di Bagno Condizionante Dopotinta (6) e un campione di crema protettiva per il contorno del cuoio capelluto (5).

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Se i guanti fossero di quelli utilizzabili, sarebbe il kit ideale! Mantellina? Patrimonio dell’umanità! E mi è piaciuta l’idea di fornire una crema da applicare su orecchie, fronte e tutti quei punti in cui inevitabilmente ci si sporca! Mai trovata prima, bravi!

• Preparazione e applicazione •

Preparazione veloce anche questa volta e la tinta ha assunto piuttosto in fretta un rassicurante color marrone! Mi piace il fatto che sia tanto fluida da farsi stendere in scioltezza e rapidità ma senza mai colare: e di nuovo, come sopra, sono riuscita a coprire abbondantemente tutta la testa (ovviamente parliamo di radici, non tutta la capigliatura), con una discreta quantità in avanzo da distribuire random! Non è profumata ma ha il tipico odore da tinta, un po’ chimico, ma comunque lieve e che dopo il lavaggio già non si percepisce più. E’ stato un delitto perfetto!

• Prime impressioni •

Il risciacquo è stato veloce e semplice, anche in questo caso. Dopo lo shampoo i capelli non erano particolarmente morbidi e a onor del vero non ho usato neanche un prodotto tanto ammorbidente e districante dopo (la maschera AB BIO, QUI), ma ad asciugatura ultimata la chioma era perfettamente soffice e leggera!! Il colore è pieno: un bel castano ben più scuro e freddo di quello Alkolor dai riflessi rossicci. La copertura dei bianchi mi pare uniforme e completa: naturalmente sono un tantino più chiari ma chi non sa dove si annidano, non coglierebbe la differenza! Il cuoio capelluto ha mostrato qualche piccolo segno d’insofferenza, ma nell’ultimo periodo tutto gli da noia, per cui non fa testo!

• Considerazioni •

Purtroppo dopo appena un paio di settimane ho notato chiaramente i capelli bianchi fare capolino. La sua durata pertanto é probabilmente inferiore alla media di un mese che più o meno ciascuna “tinta naturale” riesce a sostenere; di sicuro però inferiore (e non di poco) ad Alkolor che dopo un mese versava in condizioni decisamente migliori. Il discorso poi é ampio: che sia questa nuance in particolare ad essere più debole? Che sia un lotto “fallato’? Che stazionasse nei magazzini dell’e-commerce da cui l’ho acquistato da un po’troppo e non nelle condizioni ottimali? Tutto può essere! Ma dovendo io giudicare da una sola applicazione, purtroppo il mio voto non è sufficiente. E vista la scarsa performance non sono certamente invogliata ad acquistare una nuova confezione per concederle un’altra chance!

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Questo match, é evidente, se l’aggiudica Alkolor che, in effetti, ho già ricomprato! Mi pare che possa essere un giusto compromesso per convenienza, praticità, ingredienti e risultati! Se poi non avessi affatto capelli banchi da coprire sarebbe decisamente un mondo migliore…

L.

 

 

it’s time to CASTANO 4.0 (ft. Villa Lodola)

Ci siamo lasciati QUI: l’ultima puntata della mia epica lotta ai capelli bianchi ha visto una vera e propria rivoluzione, con il passaggio dall’hennè ad una tintura “naturale-per-quanto-possibile” ed è andata alla grande!!
Da quel 14 febbraio ad oggi ho potuto osservare l’evoluzione del colore sui miei capelli: ritenevo ad occhio e croce che avrei dovuto replicare l’applicazione dopo un mese ed infatti non mi sbagliavo. La copertura dei bianchi è in effetti stata ottimale proprio per quell’arco di tempo, dopo di che sono progressivamente riemersi (maledetti). Tuttavia non ho potuto rifare la tinta prima di fine Aprile, complice il poco tempo ma anche il fatto che i bianchi ci sono sì, ma non sono particolarmente vistosi, altrimenti…..avrei trovato il tempo, diciamocelo!
Un altro aspetto su cui ho vigilato in questi due mesi e mezzo è stata la “salute” del capello, intesa come potenziale secchezza o disidratazione post-tinta. Nulla di tutto ciò è avvenuto, anzi! Considerando il fatto che i miei capelli sono “nudi” da svariati anni (ossia privi di siliconi che ne rivestano la superficie), un prodotto un po’ più aggressivo lascerebbe subito il segno, cosa che non è avvenuta minimamente!
Memore di alcuni consigli che mi ero gentilmente data la scorsa volta, mi sono procacciata un pettine (il mio Tek Afro post bellico) ed un contenitore (niente di più di un banalissimo bicchiere in plastica)per posarvi a testa in giù il flacone dopo ogni applicazione, facendo si che il prodotto progressivamente si raccogliesse sempre verso l’imbocco e, quando ne fosse rimasto poco, non avrei avuto difficoltà a farlo uscire (sempre very professional io, no?). 
Con delle pratiche salviettine a portata di mano (altro consiglio di me medesima) ho iniziato l’applicazione che si è rivelata ancora una volta piuttosto semplice: ricordo che il prodotto è denso, non cola e si lascia distribuire docilmente.
Il metodo “bicchiere” è stato pratico e funzionale e, se temete che essendo molto più leggero del flacone possa facilmente cadere, tranquille: per qualche misteriosa legge della fisica è rimasto coraggiosamente in equilibrio!
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Passata la canonica mezz’ora ho iniziato il risciacquo: quel che colpisce ogni volta è l’incredibile morbidezza del capello che appare già al tatto profondamente condizionato, docile e incredibilmente morbido!
Una bella lavata seguita dall’applicazione del campioncino di balsamo Sericum Cod presente nella confezione, gel, plopping…e i capelli sono perfetti! Con una spesa ridotta, poco sforzo e in poco tempo i capelli sono morbidissimi, in salute, lucidi e i bianchi sono interamente coperti!
Quanto al CASTANO 4.0, partendo da una base piuttosto scura, il colore è fondamentalmente rimasto invariato.

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Dal parrucchiere spendereste €10,90? E con l’hennè impieghereste una sola ora tra applicazione e posa? No, vero?
 
Ebbene se avete pochi soldi e poco tempo ma non volete rinunciare a l’uso di prodotti naturali (per quanto possa esserlo una tinta, lo ribadisco!) Villa Lodola Color Lucens potrebbe fare al caso vostro!
 
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L.
 
Ah! Visto che seguo così scrupolosamente i miei stessi consigli….la prossima volta dovrò ricordarmi di ungermi un po’ le orecchie con una crema grassa o del burro di karitè: in questo modo eliminare i residui di colore sarà molto più semplice!!

Villa Lodola VS capelli bianchi

Antefatto: sono 6 anni buoni che i miei capelli conoscono solo hennè. Ma il tempo dell’hennè e delle lunghe pose pare essere terminato, almeno queste sono le mie intenzioni attualmente. Purtroppo il fiorire di qualche capello bianco in più e l’impossibilità di continuare con l’hennè mi hanno spinta a cercare delle alternative in fatto di tinture naturali, cosa non facile. Se si cerca una buona copertura dei bianchi in tempi di posa “normali” è inevitabile dover cedere al “compromesso”.
Dalle mie estenuanti ricerche in rete è emerso che probabilmente Villa Lodola potesse fare al caso mio e alcune colleghe blogger me l’hanno confermato. Non ho grossi problemi con i miei capelli bianchi, che non sono molti e anche se sbucato non me ne faccio un cruccio…ma se non ci fossero sarebbe meglio, non lo nego! Il fatto è che, sebbene non siano molti, sbucano in coppia, un po’ come le ragazze quando vanno in bagno a scuola, per cui si rendono un po’ più evidenti di quanto non farebbero se la medesima quantità fosse più equamente distribuita, ma tant’è.
 
Le tinture naturali  Color Lucens Villa Lodola possono essere reperite anche in negozi fisici (al NaturaSì, per esempio), ma io ovviamente ho acquistato on-line (QUI, per l’esattezza) per il prezzo di €10,90 la confezione, che contiene:
1 tubo da 50 ml di crema colorante
1 flacone applicatore da 75 ml di Rivelatore in Crema
1 bustina da 10 ml di Sericum Cond balsamo ecobio
1 paio di guanti
1 foglietto illustrativo.
 
La formulazione vanta alcuni ingredienti provenienti da agricoltura biologica certificata, quali:
estratto oleoso di elicriso (Helichrysum Italicum Extract) con azione lenitiva ed addolcente; 
estratto di calendula (Calendula Officinalis Extract) emolliente ed idratante;
estratto oleoso di semi di lino (Linum Usitatissimum Extract) emolliente e lucidante; 
estratto di olio di girasole (Helianthus Annus Seed Oil) protettivo ed antiossidante.
 
Inoltre sono tinture testate dermatologicamente, Nickel tested (Ni<0,0001%), con circa il 90% di componenti di origine vegetale/naturale e soprattutto prive di ammoniaca, parafenilendiammina, resorcinolo, siliconi, alcool, glicole propilenico, sodium lauryl sulfate (SLS), sodium laureth sulfate (SLES), oli minerali, parabeni e profumo.
 
Detto questo, non resta che provare! Del resto cosa c’è di meglio da fare il giorno di San Valentino? E’ pur sempre un gesto d’amore verso i nostri capelli, giusto?
Anzitutto non necessita di preparazioni extra (con l’hennè bisognava considerare i tempi di ossidazione, preparare il gel di semi di lino, ecc., spesso s’incominciava addirittura la sera prima! Invece questo genere di tinture si possono fare anche fuori programma, “quando me ne salta il ticchio” cit. da “Il cowboy con il velo da sposa” la cui videocassetta ho letteralmente consumato!). Inoltre non bisogna armeggiare con ciotole, ciotoline, bilance, mestoli: nella confezione c’è già tutto ciò che serve, senza aver niente da lavare e riporre dopo.
La nuance scelta è la 3.0 Castano Scuro (dopo 6 applicazioni consecutive di “Nero” Khadì parto da un colore di base decisamente intenso)!
La preparazione richiede pochi minuti: occorrerà semplicemente spremere l’intero tubo di crema colorante all’interno del flacone contenente il Rivelatore in crema, shakerare fino a quando non si sarà ottenuto un composto omogeneo, dunque tagliare l’estremità del beccuccio e procedere all’applicazione.
Per praticità avevo già suddiviso la chioma in alcune “maxi-sezioni” che non si sono rivelate ottimali: naturalmente devo ancora sviluppare una mia tecnica ideale! Il preparato è denso, non cola (fantastico!!) ma al tempo stesso esce un po’ a fatica e alla fine un bel po’ di prodotto è rimasto sul fondo del dosatore! La prossima volta sarò preparata a questo inconveniente! Inoltre non fate affidamento sul beccuccio per dividere le ciocche: se vantate una certa chioma avrete senz’altro bisogno di un pettine!
Per il resto è facile da applicare (nonostante questi inconvenienti ci ho messo meno di mezzora!), cremosa e confortevole! I guanti in dotazione non sono affatto malaccio! Munitevi di salviettine a portata di mano per eliminare dalla pelle eventuali residui perché sembra fissarsi abbastanza in fretta!
La posa consigliata è di 30 minuti che io ho rispettato al millesimo (erano le 13,30 e alle 14,30 sarei dovuta stare già sul divano a vedere Italia-Inghilterra del 6 Nazioni, capirete bene che avevo i minuti contati!), ma la prossima volta potrei provare a sforare un po’! Si è rivelata facile da risciacquare ed i capelli al tatto erano parecchio morbidi! Poi shampoo, balsamo (la bustina in dotazione è sufficiente! Non mi è parso particolarmente districate, ma ha un buon odore molto delicato e una discreta capacità condizionante! Ah, è certificato ICEA), gel e plopping!
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Colore pieno e un bel po’ scuro, capelli morbidi e lucidi… e bianchi perfettamente coperti!! Il tutto investendo circa un’ora!! Cosa che con l’hennè è praticamente impossibile!
La qualità del risultato dipenderà molto dalla precisione nell’applicazione e da tempi di posa adeguati, ma il prodotto pare essere davvero performante! Un inizio incoraggiante, direi!
Terrò i capelli sotto stretta osservazione e ne riparleremo, penso, il mese prossimo! Ma, per il momento….
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L.

L’ultimo HENNE’

Doveva arrivare questo giorno. L’hennè, come ho più volte tenuto a sottolineare, non è per tutte. E’ una pratica a dir poco laboriosa, bisogna avere pazienza ed una certa attitudine all’intruglio, come mi piace dire. Oltre alla preparazione bisogna contare dei tempi di posa lunghi e mettere in conto, a volte, risultati non troppo soddisfacenti! Dal punto di vista della salute del capello, penso sia il miglior trattamento che si possa fare in assoluto! La chioma è lucente, ispessita, morbida al tatto ed il cuoio capelluto normalizzato, qualora soffriate di qualunque alterazione dello stesso. In tutta la mia vita non ho mai trovato pari, dico davvero. Ma ahimè, come tutte le cose belle, anche il tempo dell’hennè è finito.
Purtroppo se utilizzate l’hennè come tinta naturale, come faccio io, per forza di cose al di sotto di 3 o 4 ore non potrete evitare di tenerlo in testa: i capelli bianchi non sono facili da coprire e, in un paio d’ore (che pure sono tante!), fondamentalmente non si risolve nulla.
A partire dall’estate scorsa, nonostante le alte temperature, ho cominciato a soffrire di mal di testa lancinanti sin dai primi minuti di posa: resistere delle ore in queste condizioni è stata una vera e propria tortura. E visto che per me il detto “se bella vuoi apparire, un po’ devi soffrire” non vale, ho realizzato che avrei dovuto orientarmi verso metodi alternativi.
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L’ultimo VERO hennè che ho fatto risale ad ottobre: ho resistito stoicamente per tutto il tempo necessario (avevo un matrimonio e dunque mi premeva una buona copertura dei bianchi), ma dopo sono stata davvero male (addirittura per svariati giorni!!), tanto che il mese successivo, per paura, l’ho addirittura saltato! L’hennè di dicembre e quest’ultimo, invece, sono stati decisamente easy. Più che altro ho voluto dar fondo alle mie scorte (almeno in parte) perché si sa, anche se avessi voluto conservarle per qualche applicazione una tantum (magari in estate), l’hennè è quella tipica pratica che, una volta “sospesa” è ancor più difficile da riprendere.
Quindi, per il principio di cui sopra, quest’ultima hennata è stata un mix di “nero” Khadì e Mallo di Noce Centifolia, amalgamati come di consueto con il sempre amatissimo gel di semi di lino casalingo e l’aceto di mele.
Ma…. c’è una variante! Ho deciso di applicarlo sui capelli asciutti! Certo in questo caso il composto non potrà essere particolarmente compatto e comunque se avete una certa chioma (specie se riccia come la mia) sarà piuttosto complicato distribuirlo uniformemente! Ma, in fondo, sapevo che non avrei potuto fare un’applicazione a regola d’arte in ogni caso (quanto avrei resistito? 1 ora? 2?) quindi perché non provare?
Normalmente i capelli si lavano prima di applicare l’hennè affinché siano ripuliti da quella patina che possa schermarli e in qualche modo impedire la presa del colore (per patina intendo eventuali prodotti usati per lo styling al precedente lavaggio, o il balsamo stesso…).
Come previsto ho resistito poco più di 2 ore, un tempo insufficiente per risultati ottimali! Tuttavia contro ogni previsione ciò che ne è venuto fuori non è stato affatto male: i bianchi sono stati, se non propriamente coperti, almeno mimetizzati, il colore è stato ravvivato e in generale i capelli sono come sempre lucidi, brillanti, …spettacolari! 🙂
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L’applicazione su capello asciutto, inoltre, ha reso la posa più sopportabile: non ho avvertito quella spiacevole sensazione di testa bagnata ed inoltre non è colata una sola goccia 😉
Ebbene, non so se sarà effettivamente un addio o solo un arrivederci, ma per il momento appendo il mio cucchiaio di legno al chiodo e vado verso nuove avventure tintorie!
L.

HENNE’, July edition

ore 14:51…
La June edition è stata, aimè, saltata: come mi è già capitato di dire, da fine aprile si è ripresentata l’odiata caduta dei capelli, per cui ho lasciato perdere anche l’hennè; so bene che non mi avrebbe fatto alcun male….anzi! Tuttavia chi, come me, soffre di questa patologia saprà che si arriva ad un punto in cui si evita persino di toccarli. Non volevo sottoporli a nessun tipo di stress. Anche oggi, in verità, non ero del tutto convinta di volerlo fare, ma visto che stavo trasformandomi in Crudelia Demon, ho dovuto.
A questo giro ci sono state non poche novità nella mia abituale routine. Anzitutto… l’hennè!
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Khadì tinta vegetale “Nero”

KHADI’ TINTA VEGETALE NERO  100 gr €6,90 circa

INCI: Indigofera Tinctoria (Indigo) ● Lawsonia Inermis (Henna) ● Emblica Officinalis (Amla)
Dopo mesi sono ritornata al vecchio, caro, Khadì. Ho sempre usato le colorazioni Nocciola, Castano Chiaro e Castano Scuro (le ho usate per anni!) e mi sono sempre trovata divinamente, tutte e 3 in egual misura . Ho voluto prendere il Nero non perché intenda diventare “nera” di capelli (credo che diventeranno al massimo castano ancor più scuro), ma perché ho letto ottime recensioni in fatto di copertura dei bianchi. L’interrogativo è stato: ossidazione sì o no? Sappiamo tutte che l’Indigo non va fatto ossidare e che la Lawsonia, invece, sì. Visto che è la Lawsonia in verità a coprire i bianchi, logica vuole che un minimo bisognerebbe far ossidare. Ma con le temperature alte di questi giorni si rischia di oltrepassare il limite entro il quale viene sprigionato il colore, dunque prepararlo ieri sera era fuori discussione. Alla fine ho optato per prepararlo direttamente questa mattina e applicarlo: avrebbe ossidato direttamente in testa. Avendo tagliato i capelli ho modificato anche le dosi…
per il gel di semi di lino -> 200 ml di acqua, 2 cucchiai di semi di lino;
(ho diminuito anche di un paio di minuti la durata dell’ebollizione, volendo di proposito aver un gel meno denso che fosse più facile da mescolare con le polveri)
polveri -> 50 gr di hennè nero Khadì…e basta!
(nessun mix, voglio proprio testare questo hennè in totale purezza).
Appena l’ho mescolato, mi sono ricordata perché amo così tanto questi hennè Khadì: la polvere è fine, setosa, si lascia amalgamare con enorme facilità e crea un composto vellutato, senza grumi, perfetto. Sono hennè di altissima qualità, non ci piove! E’ stato anche piacevole applicarlo appena fatto, ancora tiepido e cremoso!
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A causa del gel meno denso e del caldo, qualche gocciolina è colata… ma solo dopo 2 ore ho riconosciuto il tipico colore rossastro (ah bene, mi sono detta, stai ossidando solo ora, maledetto??! e in 2 ore che abbiamo fatto??!) 
Ora sono passate 5 ore ed è il momento del risciacquo, incrociamo le dita!
ore 19,30…
Contrariamente alle mie abitudini, ho deciso non solo di risciacquare abbondantemente i capelli, ma anche di fare uno shampoo veloce, proprio perché ho la cute piuttosto sensibile e non voglio lasciare residui…e se penalizzerò il colore, pace. Dunque i capelli sono stati lavati, ho fatto il classico plopping e poi li ho lasciati asciugare spontaneamente in casa durante il pomeriggio. Il colore è, come previsto, un castano scuro; i bianchi sembrano egregiamente coperti, ma non voglio sbilanciarmi perché so già che domani ne salterà fuori qualcuno che ora non vedo (ne renderò conto sulla prossima edition); “l’odore” è, come ricordavo, più intenso rispetto al Centifolia, quindi per i prossimi 3 gg sembrerò appena fuggita da un fienile.
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Complessivamente sono molto soddisfatta  e se nel corso di Luglio rimarrò di questa opinione, ho già in mente un nuovo esperimento, sempre marchiato Khadì!
to be continued….
L.